martedì 22 luglio 2014

Recensione: Palindra - La stirpe di Inanna di Elena Ticozzi Valerio


TITOLO: Palindra
AUTRICE: Elena Ticozzi Valerio
EDITORE: Selfpublisher
PAGINE: 216
PREZZO: 13.50 cartaceo 0.94 ebook

SINOSSI

Palindra, archeologa scozzese specializzata in storia russa, è da sempre una ragazza pragmatica. Un incontro imprevisto le svelerà una nuova realtà del mondo e la porterà a stringere amicizia con due esseri eccezionali: Viktor, un guerriero cosacco, e Tybaerius, un lord misterioso. I protagonisti viaggeranno dalla moderna Edimburgo alla sabbiosa Uruk, dalla magica Islanda fino alle lande ghiacciate delle isole Svalbard. Lotteranno per salvare i loro affetti più cari venendo in contatto con riti antichissimi, manufatti magici e le tradizioni di un popolo di cui nessuno serba più il ricordo. Le loro nature diverse dovranno allearsi per sconfiggere un alchimista che ha smarrito la via della luce e la sua diabolica moglie, disposti a tutto pur di raggiungere il loro scopo.

VOTO

4+/5 draghi

 +

IL MIO PARERE PERSONALE

La prima cosa che salta all'occhio leggendo questo libro è il grandissimo studio che c'è alla sua base. Una tal attenzione ai particolari che, purtroppo, è sempre più difficile trovare.

Ce se ne rende conto dalle primissime pagine perché il libro è molto ricco in note di questo genere:

Mortlach 70 - Single Malt, distillato nel 1938, maturato in botte per settanta anni, è il più antico whisky scozzese in commercio, prodotto da Gordon & Macphail a Elgin, Moray, nella regione di Speysice, Scozia. 
Whisky Bible 2011, Jim Murray's, Dram Good Books, 2010.

Tutto questo per un whisky? E cosa direte quando leggerete di antiche farmacie, piatti tradizionali scozzesi, codini da samurai, pietra filosofale e Savonarola? E tanto tanto altro per 135 note?

Già, perché Palindra è un libro imprevedibile, non sai mai  in cosa riuscirai a imbatterti, magari riesci a leggere di Cleopatra e Goblin. Impossibile? Non in Palindra.



I protagonisti sono tre e sono tutti simpatici, anche se, e mi spiace per lei, Viktor e Tybaerius sono almeno due spanne sopra la femminuccia del gruppo.
Viktor è un cosaccone di un metro e novantatré sfuggito molti secoli prima a una cruenta battaglia presso il fiume Irtysh, unico superstite. Unico possibile, in realtà, perché lui è un immortale.


Nel corso degli anni incontrerà Tybaerius, un vampiro un po' dandy che si ritrova Lord e ricco, solo grazie al suo cuore, nonostante tutto, sincero.
Tybaerius è la sottile linea tra il bene e il male, un orizzonte offuscato in cui non si sa bene come giudicare le azioni. Un essere in grado di tenere per giorni la mano a un vecchio morente, senza secondi fini, e contemporaneamente ripagare un torto subito con un macabro allestimento: un banchetto di persone dissanguate. Lo ammetto: è il mio personaggio preferito.



Questi due ragazzoni mi sono piaciuti tantissimo, con la loro forte personalità. Meno Palindra, ma confido in un suo riscatto nei successivi volumi (ce ne saranno altri due).
Il libro non è autoconclusivo, ma la storia si legge bene da sola, anche se ovviamente molti interrogativi rimangono aperti.

La narrazione è fluida e, a eccezione fatta di un abuso di avverbi, non risulta noiosa in nessun punto. L'autrice utilizza la tecnica del flashback con grande maestria, facendo vivere al lettore situazioni del passato.

Ci imbatteremo addirittura nel Titanic, a un certo punto.



Un lavoro molto buono dunque, correlato anche dal fatto che l'autrice ha inventato una vera e propria nuova lingua: il Tukcin (maggiori info su www.elenaticozzivalerio.com)

Romanzo consigliatissimo e dal prezzo davvero irrisorio.



Questo romanzo rientra nella categoria Passione Vampiro e Made in Italy


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