mercoledì 31 luglio 2013

Un'associazione per gli autori Self: Selected Selfpublishing!





Essere un autore self ha i suoi svantaggi e i suoi svantaggi. Io ne so, ovviamente, qualcosa :)

Uno degli svantaggi del fai-da-te può essere la solitudine, il sentirsi una goccia in mezzo al mare o una particella di sodio in mezzo ad un bicchiere d'acqua.


Per fortuna, però, a dispetto di tante situazione in cui ci si trova davanti a "storte di naso" perché l'appellativo SELF sembra sinonimo di LEBBRA, si incontrano anche persone e gruppi che credono nella dignità del selfpublisher e, anzi, tentano in ogni modo di valorizzarlo.

Oggi, dunque, ho il piacere  di presentarvi un'associazione culturale, di cui sono appena entrata a far parte, che si chiama SELECTED SELFPUBLISHING.

I loro obiettivi sono la migliore presentazione:
(testo presente sul sito ufficiale: http://www.selectedselfpublishing.it/)

Che cosa vogliamo?

- Portare alla luce le opere self di valore e, attraverso l’associazione, aiutare gli autori a emergere.
- Dare ai lettori la possibilità di conoscere nuove, appassionanti opere di qualità, pagandole un prezzo corretto (aiutando così a combattere la pirateria).
- Collaborare con blog, associazioni, siti internet e locali commerciali per organizzare iniziative e concorsi, per valorizzare le opere dei nostri autori, per creare possibilità di sviluppo e crescita.
- Organizzare eventi locali e non, serate in cui scambiarsi faccia a faccia opinioni e impressioni, presentazioni di libri e fiere a tema.

Il messaggio che vogliamo dare agli autori self si può riassumere così: incontrarsi, parlare, crescere, recensire, presentare… insieme. Perché da soli ogni cosa è più difficile, ma non siamo soli, gli autori self sono tanti e, confrontandosi con gli altri soci, con i lettori, parlando delle loro esperienze, incontrandosi di persona potranno davvero migliorare, davvero farsi conoscere, e magari… diventare davvero famosi!

Allettante ed interessante, non trovate?
E così mi sono convinta a partire per questa nuova avventura.
Soprattutto per essere meno particella di sodio. Inoltre, l'associazione mi ispira molta fiducia, e i soci mi danno l'idea di essere pieni di voglia di fare.
Inoltre, mi sono decisa per fare esperienza. E del tesoro di quest'ultima (positivo o negativo), cari lettori, sarete resi partecipi, a tempo debito.


Due cose importanti da sapere:

- Selected Selfpublishing è un'associazione esclusivamente per autori SELF
- L'associazione NON richiede contributo per la valutazione del proprio libro. Eventualmente, se l'opera sarà considerata valida, sarà proposta la tessera associativa.

Dunque... sei un autore self? Sei curioso ... prova un po' a sbirciare sul sito e vedi se anche tu vuoi far parte della brigata.

venerdì 26 luglio 2013

GILBERT di P. Marina Pieroni - Adesso disponibile


26 luglio 2013

Anche se in realtà è già disponibile da ieri sul Kindle Amazon, oggi è la data di uscita ufficiale di Gilbert (il "mio" Gilbert), primo spin off ufficiale delle Cronache dalle Terre di Arret

TITOLO: Gilbert
AUTRICE: P.Marina Pieroni
SAGA: Cronache dalle Terre di Arret
EDITORE: Selfpublisher
PAGINE: 147
PREZZO: 0.99 euro ebook - 9.90 cartaceo

SINOSSI:

Le prime 125 pagine di Bianco e Nero Parte I – Il potere dei draghi riscritte dal punto di vista di Gilbert.

Trama: Gilbert: è il principe erede al trono del Regno Nero. Freddo, spietato, potente. Ha un’anima di drago e il cuore di un predatore. Riusciranno la semplicità e l’ingenuità di Serenia, la principessa del Regno Bianco, a scalfire il suo cuore di ghiaccio?

Estratto: “Cosa c’è?” le chiese dolcemente.
Lei lo guardò con i suoi gustosi occhi di cioccolato. Le labbra inarcate tra il sorriso e l’incertezza.
“Principe, mi hai rubato l’anima con il cielo tempestoso dei tuoi occhi” rispose lei in un morbido sussurro.
Lui osservò il dito di lei avvicinarsi al suo viso, lo sentì scorrere leggero sulla propria guancia e raggiungere le proprie labbra “sei affascinante e pericoloso come un temporale estivo” continuò lei.
“Dici che sono pericoloso Principessa?” disse lui afferrandole i polsi con fermezza “non puoi immaginarti quanto”.


Disponibile al momento QUI sul kindle Amazon e, a giorni, anche sugli altri store e in versione cartacea


E ora via ad altri estratti.

INCIPIT:


Il candore di questo posto è nauseante.
Le ruote della carrozza nera incidevano rumorosamente sul selciato. Ancora pochi giri e sarebbe entrata nel cuore del castello bianco.
Il cocchiere fermò i cavalli e annunciò i suoi padroni alle guardie che attendevano all’ingresso.
Gilbert scostò la pesante tenda nera del finestrino. Vide un ragazzino in una fastosa armatura d’acciaio, con impresso un drago bianco sul pettorale.
Quei poveri illusi, si intestardivano ancora nello sfoggiare quel simbolo di potere antico.

Eppure sanno che in tutto il mondo è rimasto un solo e unico drago. Io.


link immagine qui

Ballarono insieme il Valzer d’onore. La musica di Strauss si librava nell’aria, armonica e solenne. Inaugurarono le danze, con alcuni soavi giri. Poi, con un cenno elegante, invitarono anche altri ad unirsi al grandioso ballo. Le coppie iniziarono a danzare intorno a loro, ma erano solo anatre in confronto ai loro aggraziati movimenti da cigni. Quando la musica cessò, i due ragazzi di sangue blu, si fecero un inchino.


Avrebbe volentieri mandato tutto all'aria, rapito la sua sposa, portandola via a dorso del proprio cavallo. Avrebbero cavalcato su lande erbose e attraversato placidi torrenti. L’avrebbe adagiata sotto una quercia secolare e amata come mai nessuna donna al mondo.

9
Il sangue defluiva caldo nel corpo, tonificandolo. La bocca era unita  alla setosa pelle del collo. I canini erano dentro la morbida e giovane carne, plasmando la strada per far uscire la linfa vitale.
Un braccio tratteneva con fermezza il sinuoso fianco, mentre le dita della mano destra passavano leggeri tra i lunghi capelli neri.
Lui alzò la testa e la dirottò all’indietro, spalancando le labbra traboccanti di godimento. La ragazza tra le sue braccia emise un leggero gemito. Lui si leccò le labbra, purificandole degli ultimi residui di liquido rosso, poi si avvicinò alla ferita sul collo della giovane. Due rigoli scarlatti scendevano lentamente sul collo bianco. Lui, con un gesto rapido, li raccolse. Era sua abitudine non fare sprechi. Poi passò più volte la lingua sui segni, risanando la ferita grazie alla saliva curatrice. Ringraziò mentalmente, per l’ennesima volta, il proprio antenato per quel dono.



Spero che questi estratti vi siano piaciuti. Io mi sono divertita molto a scrivere il punto di vista di Gilbert. È un personaggio che amo. Nonostante tutto, anche lui è bianco e nero... beh magari un po' più nero che bianco.


giovedì 25 luglio 2013

A proposito di Booktrailer: Palindra di Elena Ticozzi Valerio e Stop Motion


Torna la rubrica che parla di Booktrailer, ultimamente ne sto scoprendo di interessanti, ve li presenterò piano piano.

Oggi vediamo insieme il Booktrailer di Palindra di Elena Ticozzi Valerio.
È un booktrailer realizzato con una tecnica che si chiama STOP MOTION e i risultati ottenuti sono molto accattivanti. Atmosfere cupe, musica accattivante.

Guardare per credere...


Ma cos'è la tecnica di Stop Motion? È nostro ospite un vero esperto del settore Daniele Fiori (che ha realizzato proprio il booktrailer di Palindra). A lui, dunque, la parola...



La “stop motion”, meglio conosciuta in Italia come “passo uno”, è una tecnica di ripresa video che consente, attraverso l’utilizzo di una particolare macchina da presa, di impressionare un solo fotogramma per volta, è normalmente utilizzata per la creazione di animazioni in senso generico.
La stop motion è una tecnica di “vecchia concezione” se consideriamo il fatto che fu utilizzata anche in molte sequenze del grande kolossal “King Kong” già nel 1933; 



È una tecnica di indiscussa difficoltà dato che la realizzazione di filmati attraverso questa particolare arte richiede un estremo lavoro “certosino” di grande pazienza e tempi di realizzazione di notevole entità, si consideri infatti che all’interno di un singolo secondo si trovano da un minimo di 24 ad un massimo di 29 fotogrammi e che quindi un solo minuto di animazione richiede la realizzazione di minimo 1440 fotogrammi contenenti ognuno impercettibili movimenti.
Esistono molte e differenti modalità di utilizzare il passo uno, cioè è possibile creare l’illusione del movimento attraverso diverse tipologie di animazione.
Molto spesso troviamo dei veri e propri cartoni animati bidimensionali realizzati sovrapponendo e/o muovendo fogli in speciale carta lucida trasparente opportunamente disegnati, ma anche attraverso oggetti o personaggi “ritagliati” (stile collage) e successivamente animati.
Dove però il passo uno da il meglio di se è nell’animazione tridimensionale, cioè nella creazione di corto e lungometraggi dove all’interno personaggi ed oggetti tridimensionali vengono pazientemente mossi e filmati fotogramma per fotogramma.
Il lungometraggio probabilmente più conosciuto al grande pubblico è “The Nightmare before Christmas” prodotto da regista Tim Barton, dove i “pupazzi” protagonisti si muovono, parlano, cambiano espressione e si comportano come veri e propri attori in carne ed ossa.


Ma la tecnica passo uno non è stata utilizzata solo ed esclusivamente per la realizzazione di cartoni animati in senso stretto, come infatti sopra citato in passato è stata largamente impiegata per realizzare apposite sequenze da aggiungere poi a parti “reali” (con attori veri) per creare illusioni incredibili per i tempi, come per l’appunto dimostrano vecchi film come King Kong (1933), Il Settimo Viaggio di Sinbad (1958) e molti altri ancora.
Oggi la stop motion è ancora largamente usata anche se l’avvento della Graphic Computer risolve attualmente molte problematiche relative a molte sequenze in maniera relativamente più semplice e con un risultato migliore sul piano della fluidità di movimento e sui tempi di realizzazione.
Lo stesso Tim Barton, infatti, per la realizzazione del successivo “La Sposa Cadavere” ha dovuto ricorrere alla grafica 3D mista al passo uno per abbreviare gli eccessivi tempi di produzione.


Stessa cosa dicasi per la Aardman Animations, pluri premiata azienda britannica, che ha tra i suoi personaggi di spicco “Wallace & Gromit”, un inventore strampalato ed il suo cane animati attraverso la tecnica Claymotion (pupazzi di plastilina animati), che ugualmente si è vista costretta a ricorre all’ausilio della graphic computer per eccessiva difficoltà nella realizzazione in stop motion di alcun scene del suo lungometraggio “La Maledizione del Coniglio Mannaro”, vincitore nel 2006 dell’Oscar come miglior film in animazione.



Nonostante l’avvento della grafica computerizzata la tecnica del passo uno resiste ancora e si è posizionata come “arte” utilizzata soprattutto in lavori particolari e di breve durata…anzi, alcuni lungometraggi in graphic computer sono stati realizzati ricreando quei movimenti “scattosi”, quella particolare “imperfezione” caratteristica dell’animazione in stop motion, forse per ricreare quel sapore “vintage” dei cartoni animati “di una volta”.

Ringraziamo, dunque, Daniele Fiori per il suo intervento. Adesso ne sappiamo sicuramente di più.

martedì 16 luglio 2013

Recensione: Obsidian di Jennifer L. Armentrout


TITOLO: Obsidian
SERIE: Lux # 1
Autrice: Jennifer L. Armentrout
Editore: Giunti Y
Pagine: 336
Prezzo: 12.00 euro (ebook 6.99)

SINOSSI

Katy, una book blogger diciassettenne, si è appena trasferita in un paesino soporifero del West Virginia, rassegnandosi a una noiosa vita di provincia. Noiosa finché non incrocia gli occhi verdissimi e il fisico da urlo del suo giovane vicino di casa: Daemon Black è la quintessenza della perfezione. Poi quell’incredibile visione apre bocca: arrogante, insopportabile, testardo e antipatico. Fra i due è odio a prima vista. Ma un giorno Daemon salva Katy da un’inspiegabile aggressione, bloccando il tempo con... un flusso sprigionato dalle sue mani. Sì, il ragazzo della porta accanto è un alieno. Un alieno bellissimo invischiato in una faida galattica, e ora anche Katy, senza volerlo, c’è dentro fino al collo. L’unico modo per sopravvivere è stare incollata a Daemon. Sempre che lei non lo uccida prima... Sexy, appassionante e irrinunciabile, Obsidian è il primo capitolo dell’attesissima serie “Lux”. 


VOTO

3/5 draghi



IL MIO PARERE PERSONALE

Mi sono gettata nell’acquisto di Obsidian  a capofitto. Addirittura ordinato su internet, senza averlo mai preso tra le mani.  Cosa mi ha fatto decidere per l’acquisto? La copertina, il titolo, le numerose recensioni positive e il tema degli alieni. Quest’ultimo perché non mi ha mai ispirato e volevo provare a cambiare idea.

Come è andata? Devo ammettere che dopo una ventina di pagina avevo un muso lungo lungo. Mi sono andata a leggere meglio le recensioni per vedere se “recuperava”. Ne ho trovate tantissime positive e mi sono cominciati a venire le fobie di essere diventata una lettrice del tipo "vecchia acida". Perché il genere rientra nelle mie corde. Almeno credevo.

Ma andiamo con ordine, prima vediamo quel che mi è piaciuto.
- Sicuramente l’intero abito del libro (anche se me lo aspettavo con più pagine). La grafica prettamente nera con “spruzzi” di colore verde è molto elegante. La copertina ritrae due personaggi che pensavo fossero il lui-lei della situazione. Invece sono fratello-sorella.
- E poi è in carta riciclata.
Devo essere sincera prendendolo in mano la prima volta ho avuto un attimo di smarrimento. Al tatto la carta riciclata è più ruvida e ha un odore molto differente rispetto all'altra. Il solo pensiero, però, di un albero ancora in vita mi ha risollevato. Perciò: ottima scelta.
 - La protagonista Katy è veramente simpatica. FINALMENTE un personaggio che fa qualcosa nella vita, intendo qualcosa di diverso dall’essere cheerleader o ameba. Katy è una blogger, lettrice accanita e fa giardinaggio.  Inutile dire che i pezzi che riguarda il blog mi sono piaciuti tantissimo. Ho riso come una pazza quando ho letto: è googleabile? Riferito ovviamente al suo blog individuato dai motore di ricerca . Inoltre la protagonista è un tipettino niente male, spesso e volentieri è solita alzare il dito medio e se ne esce con un gergo da scaricatore di porto.


- Altra cosa che mi è piaciuta abbastanza è il rapporto tra lei-lui o meglio come lei gli tiene testa e le battute che si scambiano. Mai troppo smielate, semplici e divertenti.
- Ultima cosa a favore è il tipo di alieni. Mi aspettavo i classici omini verdi o al massimo grigi, con grandi occhioni neri, senza naso. E sopra la pelle umana.
Invece la visione degli alieni dell’autrice è molto più moderna. Sono uomini fatti di luce, seguendo delle correnti di pensiero che stanno prendendo piede in questi ultimi anni.

Arriviamo ora alle note dolenti. Cosa non mi è piaciuto?

Premetto una cosa, non sono una persona alla quale danno parecchio fastidio le similitudini. Anzi, trovo snervante quando vedo  che si desidera trovare per forza copie di Twilight, Il Signore degli anelli e 50 sfumature di grigio.
Un libro parla di vampiri? È Twilight. Ci sono gli elfi? È il Signore degli anelli e così via.

In questo caso però la somiglianza con Twilight è imbarazzante, tanto da darmi l'idea di una fan fiction. Lei si trasferisce in un posto nuovo, lei conosce lui. Figo ma sono tutti attratti e impauriti allo stesso tempo. Ci sono due famiglie di 6 superfighi mezze accoppiate tra loro. E così via.

Ho voluto però dare una possibilità all'autrice. Dicendomi: "Vabbè, magari saranno le prime pagine" finché è arrivata la scena del furgone...

Avete presente quella di Twilight? Dove Edward salva bella dall'essere investita da un furgone? Ecco, qui è molto molto simile. Troppo ... e da quel punto in poi la somiglianza diventa dichiarata.

"Cosa sei? Un vampiro?"
Lui alzò gli occhi al cielo. "Stai scherzando?"
"Perché?"sbottai. "Se non sei umano, allora restano poche opzioni. E poi... hai fermato un furgone senza neanche toccarlo."
"Tu leggi troppo" disse Daemon, esasperato. "Non sono un vampiro, né un lupo mannaro, né uno zombi..."

Ditemi voi. Ecco, se fosse stata dichiarata apertamente poteva anche sembrarmi carina l'idea, ma così...

Ah e brilla pure lui (in modo diverso, ma il termine brilla se lo potevano anche risparmiare).

- Parliamo delle descrizioni. Quali? Ecco appunto. Quali? Perché NON ce ne sono. 
All'inizio la mia mente lavorava in "grigio", ad eccezione degli occhi verdi di lui. Il che poteva richiamare anche la copertina volendo. Però prosegue così quasi fino alla fine, dove si riprende un po' con il combattimento finale.

- E a proposito di descrizioni... alla faccia del mostrare!!! Vi faccio un esempio...

Il braccio mi faceva malissimo

Ma che è un tema delle elementari? 

Oppure "Toh" dissi sconvolta. 

Sigh! Non viene mostrato mai niente. Ma si possono fare descrizioni così? È come se io adesso vi dicessi... attenzione!! Tra poco vi impressionerete

Arriva un mostro che fa paura, paura, paura, paurissima

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Paura eh?



Comunque, traendo le conclusioni:

- tema "alieno" simpatico, protagonista da amare. Per il resto banalotto. Da mettere nella fila dei libri "tutti uguali ma che comunque mi piace seguire".

venerdì 12 luglio 2013

Recensione: Roma 40 d.C. di Adele Vieri Castellano



Titolo: Roma 40 d.C.
Sottotitolo: Destino d'amore
Autrice: Adele Vieri Castellano
Editore: Leggereditore
Pagine: 432
Prezzo: 10.00 euro


SINOSSI

0 d.C., Città di Roma, Gaio Giulio Cesare Germanico, Caligola, Imperatore.Marco Quinto Rufo è l’uomo più potente di Roma, secondo solo all’imperatore, Livia Urgulanilla ha un passato da dimenticare. Lui è un uomo temprato dalla foresta germanica, bello e forte che non conosce paura né limiti. Lei è un’aristocratica raffinata e altezzosa il cui destino è già scritto. Ma il dio Fato decide altrimenti e quando Rufo la porta via con sé non immagina lontanamente le conseguenze del suo gesto. Roma non è la Provincia dove tutto, incluso rapire una donna, è concesso. E anche se Caligola in persona decide di concedergliela, possederne il cuore sarà la più ardua e temeraria delle sue imprese. E Livia saprà donare il cuore a un uomo spietato che non esita davanti a nulla, se non a quello che sente per lei? Il primo romanzo di una trilogia che vi porterà in uno dei periodi storici più affascinanti del nostro passato; una storia che vi catturerà fin dalle prime pagine e alla fine ne rimarrete conquistati

VOTO

5 draghi/5



IL MIO PARERE PERSONALE

Sono partita per questo viaggio nel tempo con molta curiosità, e anche con una buona dose di timore. Timore di rimanere delusa di quel che avrei trovato.
Le apprensioni però si sono dissipate abbastanza in fretta. Già dall’incipit (che potete leggere qui) mi sono subito immedesimata nell’Antica Roma. Complice un’ambientazione da me molto conosciuta, anche se in età moderna.

Fin dalle primissime righe infatti si legge del Celio (uno dei sette colli di Roma, attuale sede dell’ospedale militare dove andavo a fare le visite mediche quando abitavo anche io nell’Urbe) (Se ve lo state chiedendo la risposta è sì era pieno di maschioni:D). E come oggi è pieno di soldati muscolosi, 2000 anni fa era pieno di giovani “corazzati” che Adele ha saputo riportarci a noi.

Adele ci mostra sapientemente l’atmosfera della Roma Antica, descrivendo con perizia gli usi e i costumi dell’epoca, utilizzando in maniera più che opportuna molti termini dell’antica Roma (di cui c’è un utile glossario alla fine del libro).

Troviamo quindi dopo poche righe:
<<Mentula, fa attenzione>>. Dove Mentula oggi sta per co… ehm fa rima con Orione :)
Oppure “la distanza venne mantenuta per timore dei tre pretoriani armati di gladio” .

gladio


Ma tutto in Roma D.C. è estremamente curato. Anche le metafore sono perfette per l’ambientazione
Per esempio: La folla ondeggiò come un’onda del Tevere.
(nonostante l'assonanza, rende benissimo)

I personaggi sono ben caratterizzati e ben descritti. Rufo è un protagonista indimenticabile, rude e dolce allo stesso tempo. Che sorprenderà con i suoi comportamenti.
Livia è una protagonista con le sue debolezze e le sue incertezze. Da un lato. Dall’altro sa il fatto suo e anche se spesso non ho condiviso il suo pensiero, è un personaggio che mi è piaciuto molto lo stesso.

Il libro è ad altissima sensualità. L’autrice non si risparmia in particolari piccanti. Ma mi ha assolutamente sorpresa nella sua bravura nel raccontare particolari espliciti senza cadere mai nella volgarità. E la sensualità sfocia da tutti i pori, anche quando qualcuno dei protagonisti passa un semplice dito sulle labbra.

Un’altra questione che mi ha lasciata piacevolmente meravigliata è il punto di vista. Spesso e volentieri salta da un personaggio all’altro, ma questo mai in modo fastidioso. Il punto di vista di Adele non è solo “ballerino”, che di solito è un male,  ma è un vero e proprio padrone dell’arte della danza. Salta in modo soave come solo un danzatore classico potrebbe fare.


Il PoV di Adele Vieri Castellano

E infine un’altra questione. Io sono una fautrice del mostrare e non raccontare (anche se il tutto dipende da tanti fattori). E non si può dire che Adele non mostri. Un piccolo esempio:

Tassus (il mio personaggio secondario preferito) sollevò gli occhi verso l’alto dopo aver gettato un’occhiata nauseata al suo eroe, caduto dal piedistallo. Intento ad un bacio languido.
Aspettò qualche istante. Il soffitto era un manto verde smeraldo. Seguì i tralci di vite dipinti su un capitello giù, fino alla scena campestre sulle pareti. Sbuffò.
Niente.
Si chiarì la gola con ostentazione. … e poi non farvi leggere di più.

Quando ho letto questo passaggio ho visto tutto con gli occhi di Tassus, ho portato con lui l’occhio in alto osservando il verde del soffitto e ho percorso la linea dei tralci dipinti. Assolutamente perfetto.

5 draghi meritatissimi! Congratulazioni!.

Mi è rimasto un solo dubbio. Ma nel mondo di Rufo e Livia esistevano le porte?

P.S. Quando stavo per finire Roma 40 d.C. mi sono andata a comprare Roma 42 d.C. Nel reparto libreria del centro commerciale stavano facendo dei lavori. Il commesso mi ha guardato con un sorriso dispiaciuto dicendomi: “Mi spiace, dovrà tornare domani”. “Ah no, no, non si preoccupi.” Mi sono arrampicata sul carrello, ho dato un urlaccio ad un altro operaio e mi sono fatta tirare il libro in mano. Poi sono scesa dal carrello e ho saluto il commesso che mi guardava perplesso con occhi sgranati. :D



E pazzia per pazzia… NON leggerò subito Roma 42 D.C. Perché le emozioni provate sono state troppo forti. Troppo per poter immergermi di nuovo nel mondo senza fare pause. Grazie Adele! Grazie davvero!
(Per chi non lo sapesse il 27 giugno è uscito anche 39 d.C. un’ennesima chicca da doversi accaparrare).

Questo libro rientra nella categoria Made in Italy


domenica 7 luglio 2013

Incipit Mania # 7: Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.
L'incipit di oggi è dedicato a Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano.


Roma, 786 a.U.c, ottavo giorno prima delle calende di Iulius (33 d.C., 24 giugno)

L'ombra degli alberti si allungò sulla via lastricata lungo il Celio, sfiorando la folla e regalando a coloro  che stavano accalcati un po' di refrigerio. Qualcuno era lì da parecchio, restio a rinunciare alla bella vista. Altri, appena arrivati a suon di gomitate tra le costole, calli pestati e toghe strappate dalla foga, si stavano guadagnando un posto in prima fila.

Che dire?

L'immaginazione è subito stimolata. Lavora egregiamente per costruire nella mente un'ombra che si allunga (e di conseguenza immerge subito nella parte del giorno in cui si svolge l'azione). In una sola frase, oltretutto, condensa anche l'informazione del luogo (il Celio) e descrive anche l'ambiente una via lastricata. Ottimo!
Continuando ci si immerge nella calura, nella folla che sgomita, nelle toghe strappate. Siamo già dentro l'antica Roma, gente!!!

A questo aggiungiamo la data romana, che prepara la mente al periodo storico in cui andrà a viaggiare.

5 draghi per questo incipit! Congratulazioni all'autrice!



LA DATA NELL'ANTICA ROMA

I libri devono regalare emozioni e momenti spensierati. A volte però regalano anche cultura, allora diventano vere chicche da tenere nelle proprie librerie.
E Roma D.C. oltre a tutte le caratteristiche di un ottimo libro, regala anche cultura.

Mi è piaciuto documentarmi sulla data nell'Antica Roma, anche grazie alla stessa Autrice che gentilmente mi ha dato delle informazioni.

786 a.U.c. corrisponde alla dicitura Ab Urbe Còndita ossia dalla fondazione della città (di Roma) (753 a.C.)

Nel calendario romano alcuni giorni avevano un loro nome preciso:

calende era il primo giorno del mese
idi e none mobili a seconda del mese

Mesi con None e Idi cadenti il 5º e 13º giorno gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre
Mesi con None e Idi cadenti il 7º e 15º giorno marzo, maggio, luglio e ottobre


Il calcolo dei giorni veniva fatto a ritroso a partire da questi giorni (ecco perché nella data di Roma D.C. troviamo ottavo giorno prima delle calende

Ed ora diamo la parola alla stessa Adele Vieri Castellano che ci spiega in modo sapiente qualcosa di interessante sul calendario




Il calendario a cui mi riferisco è ovviamente quello giuliano, entrato in "funzione" nel 46 prima di Cristo, quindi a.C., basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome) nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. e messo in "funzione" nel 45 a.C.
Nel 44 a.C, il console eletto di quell'anno, Marco Antonio, decise di dedicare il settimo messe dell'anno (quintilius) a Cesare. Il mese si chiamò Julius, in onore della gens Iulia, a cui apparteneva il nostro Gaio Giulio Cesare. Un anno prima del suo assassinio.
Sappi che i documenti del medioevo sono spesso errati riguardo le date e i riferimenti, visto che la documentazione storica e gli scritti degli storici latini sono stati rinvenuti ben più tardi e portati in Europa e diffusi nel tardo 1300 primi 1400.
Ah, al mese di Julius vennero aggiunti giorni fino al numero di 31 in modo che fosse uno dei più lunghi e importanti mesi dell'anno.
Augusto fece lo stesso, ancora in vita, dedicandosi il mese di augustus (nota, anche quello di 31 giorni).
Nel medioevo, ti faccio notare visto che mi lo hanno già chiesto in parecchi, anche i numeri romani avevano spesso una grafia diversa, per esempio XIIII (che noi oggi scriviamo XIV con il metodo della sottrazione) si poteva scrivere in entrambi i modi e NON è sbagliato poiché a Roma si faceva così. Fu nel medioevo che, per questioni di abbreviazioni su documenti e iscrizioni, fu adottata la grafica con la sottrazione (XIV) ma non è altro che una usanza medioevale. Io, visto che scrivevo di Roma antica, mi sono adeguata agli usi di allora e quindi ecco il perché di XIIII legione o anche XIIIIII legione.

Ringraziamo Adele per la sua interessante spiegazione.
Ci rivedremo presto con la recensione di Roma 40 D.C. e con Marco Quinto Rufo

lunedì 1 luglio 2013

Recensione: Kage Queen di Simone Lari



Titolo: Kage Queen
Autore: Simone Lari
Editore: Selfpublisher
Genere: Thriller - Fantasy
Formato: ebook
Costo: 0.99 (promozione kindle Amazon)
Pagine: 196

Trama

Hai presente quando una gatta fissa insistentemente un punto nel vuoto? Se vedesse qualcosa che l’occhio umano non può scorgere, qualcosa che non è ancora accaduto… e se tu potessi vedere ciò che vede lei?
Cosa faresti se sapessi che il tuo ricco padre, un essere spregevole, arrogante e dispotico, che non vedi da dieci anni, morirà di sicuro tra pochi giorni, nominandoti suo erede universale?

*****

«
Credo che il destino lasci in giro per noi dei piccoli segni. Talvolta ci sfuggono, altre ancora possiamo catalogarli come semplici coincidenze, come hai fatto tu adesso. Io credo invece che siano degli indicatori, che possano farci capire meglio quale sia la strada migliore da percorrere.»
«Quindi tu credi che il nostro destino sia già scritto?»
«Tutt’altro. Sono fermamente convinto che il destino sia mutevole, più di quanto tu possa pensare. Ma certe volte, è bene cogliere i segni che il destino, o l’universo se preferisci, ci manda. Chi sa coglierli, sa indirizzarsi sulla strada giusta per avere un futuro benevolo.»
Voto

4.5/5 draghi





Il mio parere personale

Cosa si cerca in un libro? È una domanda che mi pongo da quando leggo. Emozioni, personaggi interessanti, nuove storie, nuove vite da provare…
A volte però non è importante quello che si cerca ma è importante quello che si trova.
È questo il caso di Kage Queen- l’eredità. Ho deciso di leggere questo libro, primo perché ho conosciuto virtualmente l’autore e, dal poco che ho potuto constatare, mi sono fatta una buona idea di lui e ne ho una gran stima come autore, se non altro per quanta dedizione ci mette nelle sue opere.
Secondo perché ha una copertina magnetica. Sì, lo so, non si può giudicare un libro solo da questo. O forse sì? Ve l’ho detto stavolta non cercavo nulla, non ho neanche letto la trama…
Dunque cosa ho trovato? Un protagonista accattivante.  Molto accattivante. Che ha lo stesso magnetismo della copertina. Cinico, distaccato, misterioso, a tratti arrogante ma con qualche spiraglio di luce nel cuore. Con una dote “fantasy” particolare (anzi più di una). Un personaggio che si segue con il cuore.
La protagonista femminile invece è molto più insipida, però conto che assumerà più valore e spina dorsale nei prossimi libri (ha ceduto troppo velocemente alla proposta di Kage e vogliamo parlare di come si è fiondata a capofitto per salvare il padre? Della serie, se uno ti dice di buttarti al fiume tu lo fai).
Però Julie è solo la protagonista umana, perché la grande protagonista femminile è un’altra: Lilù,la gatta. Personaggio trattato con grande sapienza e ben delineato, la cui presenza non stanca, anzi risulta fondamentale per lo svolgimento della trama (la gatta infatti è dotata anch’essa di poteri paranormali).
I personaggi di contorno sono più stereotipati, ma non per questo noiosi. In particolar modo mi è piaciuta la figura del maggiordomo. È vero, i maggiordomi sono molto inflazionati, o sono i peccatori (il colpevole è sempre il maggiordomo si diceva  un tempo, no? :D ) oppure sono gli amici fidati degli eroi.
Il maggiordomo di Kage rientra in quest’ultima categoria (almeno per il momento) e mi ha troppo ricordato il maggiordomo di Batman e per questo l’ho adorato *_* .

Caro, vecchio Alfred

La trama si srotola pian piano per tutta la lunghezza del romanzo, mantenendo alta l’attenzione (certe pieghe della storia sono scontate, altre non lo sono affatto).
Lo stile è maturo e scorrevole, anche se l’ho trovato molto più accurato all’inizio rispetto alla fine (ci sono meno dettagli, ad esempio).
In conclusione, un ottimo lavoro. Un romanzo sicuramente da leggere, protagonisti che si devono conoscere. Non vedo l’ora di leggere il seguito.

Questo libro appartiene alla categoria Made in Italy

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